Editoriale

 

di Giancarlo Magnano San Lio

Il secondo numero del «Siculorum Gymnasium» si affaccia su una questione oggi fondamentale,  che nel nostro continente sta diventando ‘la’ questione decisiva: l’Europa e gli altri. Essa infatti apre e mette in gioco le domande che ci assillano: che cosa è l’Europa? Che cosa significa essere europei? Come si delinea – ammesso che esista – una identità europea? E, soprattutto, in che rapporto essa sta con i popoli, le donne e gli uomini, le storie, i linguaggi e i simboli che ‘Europa’ non sono e che oggi premono ai suoi confini (e li attraversano) sotto la spinta di fenomeni epocali? Sappiamo bene, infatti, come da un punto di vista meramente geografico l’Europa non esista. Essa è una costruzione mitica, che ha preso corpo nella storia proprio grazie a fenomeni di scambio e di integrazione tra culture diverse. Dal nostro punto di vista, l’altro non è fuori dall’Europa, bensì la abita in quanto elemento costitutivo del suo essere. L’Europa è dunque nella sua essenza spazio dell’alterità. Senza ‘gli altri’ non c’è ‘Europa’.
Prendendo le mosse da questa ipotesi, abbiamo lanciato il nostro appello agli studiosi, per dare consistenza storica e problematizzazione teoretica al nostro assunto, mettendolo contemporaneamente alla prova. Le risposte che abbiamo – e che occupano la sezione monografica della rivista (Res) – ricevuto sono variegate e oltremodo interessanti. Sul piano della fondazione storica del tema iniziamo con uno splendido contributo del compianto collega e amico Mauro Corsaro: il secondo numero del «Siculorum» si apre, quasi per intima necessità, con un suo saggio su confini e frontiere nel mondo greco che molto ci fa capire sull’oggi, e che dà la misura del valore di Mauro quale storico del mondo antico acuto e appassionato. Si tratta del testo (trascritto e messo a punto dal suo allievo, il prof. Tempio) con cui Corsaro aprì il primo Colloquio di Ricerca del DISUM nel 2014: lo riproponiamo qui per la sua pertinenza, ma anche come omaggio di tutti noi – i suoi studenti in testa – alla sua umanità e alla sua cultura. Nella medesima prospettiva di conferimento di Grund alla questione si muovono sul piano teoretico o storico-teoretico i preziosi apporti di Eugenio Mazzarella e di Giuseppe Ruggieri, mentre in una dimensione esemplare ma specifica si inquadrano i saggi di Rossana Barcellona sul problema religioso e di Ernesto De Cristofaro sul ruolo fondamentale degli Ebrei nella storia d’Europa. Batte poi una via intermedia, su un ideale confine tra passato e futuro, il saggio di Andrea De Gennaro sull’archeologia di domani, a cui fa da pendant, sul piano museologico, lo scritto di Francesco Mannino centrato sull’identità. Riguardo al progetto-Europa, e dunque sull’Europa del futuro, travagliata dall’alterità e dalla nuova stagione dei diritti, ci offrono riflessioni originali i saggi di Enzo Pace e di Gereon Wolters, mentre in area estetica dà il proprio apporto alla discussione, con una chiave di tipo filosofico, il contributo di Domenico Spinosa su Fassbinder.  Senza dimenticare che proprio dall’arte e dalla poesia comincia stavolta il «Siculorum», grazie al magnifico ricordo di un grandissimo poeta dell’Europa contemporanea – Yves Bonnefoy, recentemente scomparso –, offertoci generosamente da uno dei suoi massimi studiosi: Jean-Pierre Jossua.
In perfetta sintonia con il tema monografico, la sezione Riletture ospita due contributi e un dialogo attorno ad un complesso profilo dedicato da Giuseppe Giarrizzo a Santo Mazzarino, storico quant’altri mai dell’incrocio delle civiltà. Vi contribuiscono con passione ed efficacia encomiabili Fulvio Tessitore e Mario Mazza per un verso, Monica Centanni, Domenico Conte e Francesca Rizzo Nervo per l’altro. Ne viene fuori una zona della rivista dal profilo alto, che mentre offre ai lettori l’opportunità di riavere tra le mani un grande saggio del passato, sa intercettare le domande chiave sul presente. Per inciso ci teniamo a ricordare che sempre in Riletture, da questo numero in poi, saranno disponibili le annate della prima prestigiosa serie del «Siculorum», a partire dal 1948.
La sezione Agorà, come nella sua vocazione originaria, con l’apporto straordinario della comunità degli studenti e dei giovani studiosi, declina il tema nei linguaggi dell’arte, della poesia, della cultura e della politica. Una menzione specifica va in questo contesto a tutti gli autori (L. Barbarino, L. D’Amato, A. Fabiani, M. C. Ferraù, A. Napoli, A. Papale, P. Roccasalva, P. Russo, F. Salvo, D. Vasta), e alla breve cronaca di un grande evento svoltosi al Monastero nel 2016 – il Cortile dei Gentili Sulla Luce, animato in primo luogo dal card. Ravasi –, del quale offriamo anche un testo, tra gli altri, di quelle belle giornate fortemente volute dal Rettore Pignataro, quello di Pierluigi Leone De Castris sulla Bibbia del Cavallini. Nella sezione BiblioSicily continua, con il contributo di molti giovani studiosi del DISUM, la schedatura dei volumi e dei saggi sulla Sicilia apparsi di norma lungo l’anno 2015. Si tratta di recensioni, che coprono diversi ambiti disciplinari dall’archeologia alla museologia, dalla storia dell’arte alla letteratura, dalla storia alla geografia.
Chiudiamo. Catania è stata in questi ultimi anni uno dei porti a cui sono approdati tanti uomini, tante donne, tanti bambini in fuga dalla guerra e dalla fame. Il loro profilo è quello dei nuovi ‘altri’ che bussano alla porta dell’Europa per chiederle accoglienza, ovvero fedeltà alle sue origini. La foto che pubblichiamo in copertina è in questo senso il documento di una dura realtà, ma anche l’auspicio e il simbolo di un dialogo e di una integrazione possibili.

 


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EDITORIALE , MAGNANO SAN LIO , UNIVERSITà DI CATANIA , NUMERO 2


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Siculorum Gymnasium

A Journal for the Humanites

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