Les choristes

di Paola Roccasalva

Fond de l’Etang, Fondo dello stagno, così si chiama il collegio di rieducazione riservato a ragazzini poveri, a volte orfani, nel film Les Choristes di Christophe Barrattier. Bambini abbandonati e forse per questo anche un po’ ribelli, per i quali si dice che non ci sia più niente da fare. In questo collegio è il modello azione-reazione che vige come metodo educativo: ad ogni atto indisciplinato dei ragazzi seguono come risposta punizioni umilianti, mortificanti. Qui si inserisce il nuovo sorvegliante, Clément Mathieu, che introduce una nota di diversità inaspettata ma inconsciamente attesa e suscita immediatamente stupore in tutti.
«Zucca pelata», come lo chiamano tra di loro i bambini, prima di divenire sorvegliante a Fond de l’Etang, era stato professore di musica. Il suo fallimento come musicista lo aveva quasi convinto ad abbandonare definitivamente la musica, ma accorgendosi del desiderio di bene e di bellezza dei suoi ragazzi, Clément si rimette in gioco e comincia un esperimento, la creazione di un coro, al cui interno ciascuno ha il proprio posto. Pépinot non conosce nemmeno una canzone, ma viene subito nominato assistente del direttore del coro. Lo stonato diventa addirittura capo-leggio. Mathieu scopre anche dei talenti, si accorge di Pierre Morhange: «La sua voce è un miracolo, la rara promessa di un dono eccezionale. Non è dotato solo per fare l’imbecille!», dirà Mathieu alla madre di Pierre, la signora Morhange, della quale Clément si è nel frattempo innamorato. Mathieu ogni sera fa esercitare i bambini anche su arie che egli stesso ha cominciato a comporre catturando così la loro attenzione. In questo rapporto si accresce la stima reciproca e si sviluppa anche l’autostima di ciascuno, perché a ciascuno è restituito il proprio valore, la concezione di sé come persona unica e irripetibile. Il maestro smette di concepirsi come un fallito e con il passare del tempo ottiene sempre nuove vittorie. Infatti, da quando l’esperimento del coro è iniziato i ragazzi hanno meno problemi persino dal punto di vista disciplinare. In collegio si respira un’aria di cambiamento contagiosa e anche i più scettici ne sono sorpresi. Clément adesso ha sessanta figli: mentre cantano, negli occhi di tutti si leggono «l’orgoglio, la gioia di essere perdonati, e […] una specie di riconoscenza».
Nonostante il successo evidente del coro, continuano però gli acerrimi screzi tra il direttore del collegio, Rachin, e Mathieu. I due rappresentano le possibili posizioni umane di fronte alle stesse vicissitudini. Rachin è stato reso profondamente cattivo dalla vita: frustrato per il suo compito di carceriere, egli fa scontare il suo disagio a tutti quelli che ha intorno, riuscendo a farsi rispettare, anche se solo in apparenza. In realtà egli infonde terrore in chiunque. E poi c’è Mathieu: neanche lui ha scelto di stare lì. La sua avventura nel collegio inizia da una carriera musicale fallita. Una vita triste, dunque, fino a quel momento, quando, guardando la realtà che ha davanti, ha intravisto una speranza, la promessa già presente di un bene futuro. «Sens au coeur de la nuit / L’onde d’espoir / Ardeur de la vie / Sentier de gloire», così cantano i ragazzi diretti dal loro maestro. Il cammino della vita diventa così un «sentiero di gloria».


Tags

CHRISTOPHE BARRATTIER , CINEMA , MUSICA


Categoria

Arte e spettacolo

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