NORME REDAZIONALI PER GLI AUTORI

Tutti gli autori che volessero dare il proprio contributo alla rivista sotto forma di saggi o recensioni sono pregati di attenersi rigorosamente alle norme redazionali di seguito elencate.

I saggi, di lunghezza non superiore ai 40.000 caratteri (note e spazi inclusi), devono essere inviati alla segreteria di redazione sotto forma di allegato in formato Word al seguente indirizzo e-mail: siculorumgymnasium@gmail.com, accompagnati da un abstract in inglese di non oltre 600 caratteri (spazi inclusi) e una breve lista di tag/parole chiave. Il formato richiesto per tutti gli articoli è il seguente:

Font: Times New Roman, 12 punti (dimensione del carattere) Dimensioni della pagina: A4 Margini: 2,5 cm (in alto, in basso, a sinistra, a destra) Spaziatura: singola.

Citazioni bibliografiche

Una corretta citazione bibliografica di opere monografiche è costituita dalle seguenti parti, separate fra loro da virgole e disposte nell’ordine seguente:
- Autore, in maiuscolo/maiuscoletto sia il nome che il cognome. Se vi sono più autori, essi vanno posti uno di seguito all’altro, in maiuscolo/maiuscoletto e separati fra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- Titolo dell’opera, in corsivo alto/basso, seguìto dall’eventuale Sottotitolo, in corsivo alto/basso, separato da un punto. Se il titolo è unico, è seguìto dalla virgola; se è quello principale di un’opera in più tomi, è seguìto dalla virgola, da eventuali indicazioni relative al numero di tomi, in cifre romane tonde, omettendo ‘vol.’, seguìte dalla virgola e dal titolo del tomo, in corsivo alto/basso, seguìto dall’eventuale sottotitolo, in corsivo alto/basso, separato da un punto;

- eventuale numero del volume, se l’opera è composta da più tomi, omettendo ‘vol.’, in cifre romane tonde;
- eventuale curatore, in tondo alto/basso, preceduto da ‘a cura di’, in tondo minuscolo. Se vi sono più curatori, essi, in tondo alto/basso, seguono la dizione ‘a cura di’, in tondo minuscolo, l’uno dopo l’altro e separati tra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- eventuali prefatori, traduttori, ecc. vanno posti analogamente ai curatori;
- luogo di edizione, in tondo alto/basso;
- casa editrice, o stampatore per le pubblicazioni antiche, in tondo alto/basso;
- anno di edizione e, in esponente, l’eventuale numero di edizione, in cifre arabe tonde;
- eventuale collana di appartenenza della pubblicazione, senza la virgola che seguirebbe l’anno di edizione precedentemente indicato, fra parentesi tonde, col titolo della serie fra virgolette ‘a caporale’, in
tondo alto/basso, eventualmente seguìto dalla virgola e dal numero di serie, in cifre arabe o romane tonde, del volume;
- eventuali numeri di pagina, in cifre arabe e/o romane tonde (nel caso di prefazioni e/o appendici), da indicare con ‘p.’ o ‘pp.’, in tondo minuscolo.
Esempi di citazioni bibliografiche di opere monografiche:

S. PETRELLI, La stampa in Occidente. Analisi critica, IV, Berlino-New York, de Gruyter, 2005, pp. 23-28.

*
Una corretta citazione bibliografica di articoli editi in opere generali o collettanee (ad es. enciclopedie, raccolte di saggi, ecc.) o del medesimo autore oppure in Atti, è costituita dalle seguenti parti, separate fra loro da virgole e disposte nell’ordine seguente:

- Autore, in maiuscolo/maiuscoletto sia il nome che il cognome; da omettere se l’articolo ha soltanto dei curatori o se è senza attribuzione. Se vi sono più autori, essi vanno posti uno di seguito all’altro, in maiuscolo/maiuscoletto e separati fra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- Titolo dell’articolo, in corsivo alto/basso, seguìto dall’eventuale Sottotitolo, in corsivo alto/basso, separato da un punto;
- Titolo ed eventuale Sottotitolo di Atti o di un lavoro a più firme, preceduto dall’eventuale Autore: si antepone la preposizione ‘in’, in tondo minuscolo, e l’eventuale Autore va in maiuscolo/maiuscoletto (sostituito da Idem o Eadem, in forma non abbreviata, se è il medesimo dell’articolo), il Titolo va in corsivo alto/basso, seguìto dall’eventuale Sottotitolo, in corsivo alto/basso, separato da un punto;

- eventuale numero del volume, se l’opera è composta da più tomi, omettendo ‘vol.’, in cifre romane tonde;
- eventuale curatore, in tondo alto/basso, preceduto da ‘a cura di’, in tondo minuscolo. Se vi sono più curatori, essi, in tondo alto/basso, seguono la dizione ‘a cura di’, in tondo minuscolo, l’uno dopo l’altro e separati tra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- eventuali prefatori, traduttori, ecc. vanno posti analogamente ai curatori;
- luogo di pubblicazione, in tondo alto/basso;
- casa editrice, o stampatore per le pubblicazioni antiche, in tondo alto/basso;
- anno di edizione e, in esponente, l’eventuale numero di edizione, in cifre arabe tonde; regole redazionali

- eventuale collana di appartenenza della pubblicazione, senza la virgola che seguirebbe l’anno di edizione precedentemente indicato, fra parentesi tonde, col titolo della serie fra virgolette ‘a caporale’, in tondo alto/basso, eventualmente seguìto dalla virgola e dal numero di serie, in cifre arabe o romane tonde, del volume;

- eventuali numeri di pagina, in cifre arabe e/o romane tonde, da indicare con ‘p.’ o ‘pp.’, in tondo minuscolo.

S. PETRELLI, La stampa a Roma e a Pisa. Editoria e tipografia, in La stampa in Italia. Cinque secoli di cultura, II, Leida, Brill, 2004, pp. 5- 208.

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Una corretta citazione bibliografica di articoli èditi in pubblicazioni periodiche è costituita dalle seguenti parti, separate fra loro da virgole e disposte nell’ordine seguente:

- Autore, in maiuscolo/maiuscoletto sia il nome che il cognome; da omettere se l’articolo ha soltanto dei curatori o se è senza attribuzione. Se vi sono più autori, essi vanno posti uno di seguito all’altro, in maiuscolo/maiuscoletto e separati fra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- Titolo dell’articolo, in corsivo alto/basso, seguìto dall’eventuale Sottotitolo, in corsivo alto/basso, separato da un punto;
- «Titolo rivista», in tondo alto/basso (o «Sigla rivista», in tondo alto/ basso o in maiuscoletto spaziato, secondo la specifica abbreviazione), preceduto e seguìto da virgolette ‘a caporale’, non preceduto da ‘in’ in tondo minuscolo;

- eventuale curatore, in tondo alto/basso, preceduto da ‘a cura di’, in tondo minuscolo. Se vi sono più curatori, essi, in tondo alto/basso, seguono la dizione ‘a cura di’, in tondo minuscolo, l’uno dopo l’altro e separati tra loro da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’;

- eventuali prefatori, traduttori, ecc. vanno posti analogamente ai curatori;
- eventuale numero di serie, in cifra romana tonda, con l’abbreviazione ‘s.’, in tondo minuscolo;
- eventuale numero di annata e/o di volume, in cifre romane tonde, e, solo se presenti entrambi, preceduti da ‘a.’ e/o da ‘vol.’, in tondo minuscolo, separati dalla virgola;
- eventuale numero di fascicolo, in cifre arabe tonde;
- luogo di pubblicazione, in tondo alto/basso (opzionale);
- casa editrice, o stampatore per le pubblicazioni antiche, in tondo alto/basso (opzionale);
- anno di edizione, in cifre arabe tonde;
- eventuali numeri di pagina, in cifre arabe e/o romane tonde, da indicare con ‘p.’ o ‘pp.’, in tondo minuscolo; eventuale interpunzione ‘:’, seguìta da uno spazio mobile, per specificare la pagina che interessa.

Esempi di citazioni bibliografiche di articoli èditi in pubblicazioni periodiche:


B. PORCELLI, Psicologia, abito, nome di due adolescenti pirandelliane, «RLI», XXXI, 2, Pisa, 2002, pp. 53-64: 55.
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Nelle citazioni bibliografiche poste in nota a pie’ di pagina, bisogna anteporre il nome al cognome. L’abbreviazione ‘Aa. Vv.’ (cioè ‘autori vari’) deve essere assolutamente evitata, non avendo alcun valore bibliografico. Può essere correttamente sostituita citando il nome del/i curatore/i seguìto da (a cura di).
Es.
M. GUGLIELMINETTI, Il codice autobiografico di Diceria dell’untore, in N. Zago (a cura di), Bufalino narratore fra cinema, musica, traduzione, Comiso, Salarchi, 2002, p. 21.
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Il tratto breve unito deve essere usato per i luoghi di edizione (ad es.: Pisa-Roma), le case editrici (ad es.: Fabbri-Mondadori), gli anni (ad es.: 1966-1972), i nomi e i cognomi doppi (ad es.: Anne- Christine Faitrop-Porta; Hans-Christian Weiss-Trotta).
Nelle bibliografie elencate alfabeticamente sulla base del cognome dell’autore, si deve far seguire al cognome il nome, omettendo la virgola fra le due parole; se gli autori sono più di uno, essi vanno separati da una virgola, omettendo la congiunzione ‘e’.
Nelle bibliografie, l’articolo, fra parentesi tonde, può essere posposto alla prima parola del titolo – ad es.: Alpi (Le) di Buzzati.
Nei brani in corsivo va posto in tondo ciò che usualmente va in corsivo; ad esempio i titoli delle opere.
Gli acronimi vanno composti integralmente in maiuscoletto spaziato. Ad es.: agip, clueb, cnr, fiat, isbn, issn, rai, usa, utet, ecc.
I numeri delle pagine e degli anni vanno indicati per esteso (ad es.: pp. 112-146 e non 112-46; 113- 118 e non 113-8; 1953-1964 e non 1953-964 o 1953-64 o 1953-4).
Nelle abbreviazioni in cifre arabe degli anni, deve essere usato l’apostrofo (ad es.: anni ’30). I nomi dei secoli vanno per esteso e con iniziale maiuscola (ad es.: Settecento); con iniziale minuscola vanno invece quelli prima del mille (ad es.: settecento). I nomi dei decenni vanno per esteso e con iniziale minuscola (ad es.: anni venti dell’Ottocento).

I siti Internet vanno citati in tondo minuscolo senza virgolette qualora si specifichi l’intero indirizzo elettronico (es.: www.libraweb.net; www.supergiornale.it). Se invece si indica solo il nome, essi vanno in corsivo alto/basso senza virgolette al pari del titolo di un’opera (es.: Libraweb; Libraweb.net); vanno in tondo alto/basso fra virgolette a caporale qualora si riferiscano a pubblicazioni elettroniche periodiche (es.:«Supergiornale»; «Supergiornale.it»).

I testi pubblicati su siti devono contenere nell’indicazione bibliografica in nota l’URL seguìto dalla data dell’ultimo accesso.

Es.:
L. CANU, Dubbing: adapting cultures in the global communication, «Between», II, 4, Novembre 2012,<http://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/803/524> [accessed 22 January 2014].
P. WAGNER, Icons – Texts – Iconotexts. Essays on Ekphrasis and Intermediality, Berlin, de Gruyter, 1996, <http://www.degruyter.com/viewbooktoc/product/143311> [accessed 22 January 2014].

Opera citata

Nel ripetere la medesima citazione bibliografica successiva alla prima in assoluto, si indicano qui le norme da seguire, per le opere in lingua italiana:
si cita l’autore, il titolo (o la parte principale di esso) seguìto da ‘, cit.,’, in tondo minuscolo, e si omette la parte successiva al titolo:

Giorgio Massa, Parigi, Londra e l’Europa, cit., p. 162.
- se si cita un articolo inserito in un’opera a più firme già precedentemente citata, si scriva:
Corrado Alvaro, Avvertenza per una guida, in Lettere parigine, cit., p. 128., ove la prima citazione era: Corrado Alvaro, Avvertenza per una guida, in Lettere parigine. Scritti 1922-1925, a cura di Anne-Christine Faitrop-Porta, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1996. Brani riportati

I brani riportati brevi vanno nel testo tra virgolette ‘a caporale’ e, se di poesia, con le strofe separate fra loro da una barra obliqua (ad es.: «Quest’ermo colle, / e questa siepe, che da tanta parte»). Se lunghi oltre le venticinque parole (o due-tre righe), vanno in corpo infratesto (corpo carattere 11), senza virgolette. Essi debbono essere riprodotti fedelmente rispetto all’originale, anche se difformi dalle nostre norme.

Abbreviazioni

Diamo qui un breve elenco di abbreviazioni per le opere in lingua italiana (facendo presente che, per alcune discipline, esistono liste specifiche):
a. = annata
a.a. = anno accademico

A., Aa. = autore, -i
a.C. = avanti Cristo
ad es. = ad esempio
ad v. = ad vocem (c.vo) an. = anonimo

anast. = anastatico
app. = appendice
art., artt. = articolo, -i
art. cit. = articolo citato (c.vo perché sostituisce anche il titolo) autogr. = autografo, -i

°C = grado centigrado
ca = circa (senza punto basso)
cap., capp. = capitolo, -i
cfr. = confronta
cit., citt. = citato, -i
cl. = classe
cm, m, km, gr, kg = centimetro, ecc. (senza punto basso) cod., codd. = codice, -i

col., coll. = colonna, -e cpv. = capoverso
c.vo = corsivo
d.C. = dopo Cristo ecc. = eccetera

ed., edd. = edizione, -i
es., ess. = esempio, -i
et alii = et alii (per esteso; c.vo)
F = grado Farenheit
f., ff. = foglio, -i
f.t. = fuori testo
facs. = facsimile
fasc. = fascicolo
Fig., Figg. = figura, -e (m.lo/m.tto)
lett. = lettera, -e
loc. cit. = località citata
m.lo = maiuscolo (tip.)
m.lo/m.tto = maiuscolo/maiuscoletto (tip.)
m.tto = maiuscoletto (tip.)
misc. = miscellanea
ms., mss. = manoscritto, -i
n.n. = non numerato
n., nn. = numero, -i
N.d.A. = nota dell’autore
N.d.C. = nota del curatore
N.d.E. = nota dell’editore
N.d.R. = nota del redattore
N.d.T. = nota del traduttore
nota = nota (per esteso)
n.s. = nuova serie
n.t. = nel testo
op., opp. = opera, -e
p., pp. = pagina, -e
par., parr., §, §§ = paragrafo, -i
passim = passim (la citazione ricorre frequente nell’opera citata; c.vo) r = recto (per la numerazione delle carte dei manoscritti; c.vo, senza punto basso)
rist. = ristampa
s. = serie
s.a. = senza anno di stampa
s.d. = senza data
s.e. = senza indicazione di editore
s.l. = senza luogo
s.l.m. = sul livello del mare
s.n.t. = senza note tipografiche
s.t. = senza indicazione di tipografo
sec., secc. = secolo, -i
sez. = sezione
sg., sgg. = seguente, -i
suppl. = supplemento
supra = sopra
t., tt. = tomo, -i
t.do = tondo (tip.)

Tab., Tabb. = tabella, -e (m.lo/m.tto) Tav., Tavv. = tavola, -e (m.lo/m.tto) tip. = tipografico
tit., titt. = titolo, -i

trad. = traduzione
v = verso (per la numerazione delle carte dei manoscritti; c.vo, senza punto basso)
v., vv. = verso, -i
vedi = vedi (per esteso)
vol., voll. = volume, -i

Note

Il numero in esponente di richiamo di nota deve seguire, senza parentesi, un eventuale segno di interpunzione.
Le note vanno poste a fine documento e non a piè di pagina.

Ivi e ibidem · Idem e Eadem

Nei casi in cui si debba ripetere di séguito la citazione della medesima opera, variata in qualche suo elemento – ad esempio con l’aggiunta dei numeri di pagina –, si usa ‘ivi’ (in tondo alto/basso);
si usa ‘ibidem’ (in corsivo alto/basso), in forma non abbreviata, quando la citazione è invece ripetuta in maniera identica subito dopo.

Tondo e corsivo

Vanno in carattere tondo le parole straniere che sono entrate nel linguaggio corrente, come: boom, cabaret, chic, cineforum, computer, dance, film, flipper, gag, garage, horror, leader, monitor,
pop, rock, routine, set, spray, star, stress, tea, thè, tic, vamp, week-end, ecc. Esse vanno poste nella forma singolare.

In genere vanno in carattere corsivo tutte le parole straniere.

Capoverso

Il primo capoverso di ogni nuova parte, anche dopo un infratesto, deve iniziare con un rientro pari a mm 2,5.

Varia

Vanno evitate le composizioni in carattere bold, sottolineato;
All’interno del testo, un intervento esterno (ad esempio la traduzione) va posto tra parentesi quadre. Le omissioni si segnalano con tre puntini tra parentesi quadre “[...]”.

Maiuscolo/minuscolo

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È bene usare il maiuscolo il meno possibile.

Nel caso di termini che ammettono sia l’iniziale maiuscola che minuscola, in generale si può affermare che l’iniziale maiuscola va impiegata quando il termine ha funzione di nome proprio o designa un individuo particolare.

Lo si usa per:

- Nomi, cognomi, soprannomi, pseudonimi e dinastie
- Nomi propri di enti, istituti, organizzazioni e partiti (è maiuscola soltanto l’iniziale della prima parola; es. Pci; Banca commerciale italiana; Croce rossa italiana). Le relative abbreviazioni vanno in maiuscolo/minuscolo, senza punti (es. Urss; Usa; Dc; Nato).
- I nomi che indicano epoche, periodi storici, movimenti politici o culturali, avvenimenti di fondamentale importanza storica: es. Medioevo; Rinascimento; Illuminismo.
- I termini geografici che indicano una particolare regione: es. l’America del Nord, ma a nord di Parigi.
- I nomi geografici; nei nomi geografici composti il nome comune avrà l’iniziale minuscola e quello proprio maiuscola: es. mar Mediterraneo. A meno che il nome comune sia diventato parte integrante del nome proprio: es. Mar Rosso.
- I nomi dei documenti ufficiali: es. Magna Carta; Costituzione.
- I nomi di istituzioni politiche e amministrative. Fatta eccezione per i ministeri, di cui va in maiuscolo solo la specificazione: es. Questura di Roma, ma questore di Roma; Prefettura, ma prefetto; ministero dell’Industria.
- Stato, chiesa, regione vanno maiuscole solo quando si tratta delle istituzioni, ma sono minuscole quando usate in modo generico o al plurale: es. i rapporti tra Stato e Chiesa, ma capo di Stato o chiesa di Santa Maria delle Grazie.
- parole Mister, Lord, Lady, Miss, vanno sempre in maiuscolo e anche le relative abbreviazioni: Mr.; Ms.
- nomi di luoghi, vie, piazze o enti stranieri che nella lingua originale vanno scritti in maiuscolo tondo: es. Covent Garden; First National Bank; Trafalgar Square. Ma si noti in francese e spagnolo Boulevard des Italiens; Calle Cervantes.
- San, Santo, Santa vanno in maiuscolo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località, via, istituzione o festa: es. nella chiesa di San Sebastiano. In tutti gli altri casi sono minuscoli.
- L’iniziale della parola «Dio» è sempre maiuscola. È minuscola solo quando ha il significato di divinità in generale: es. il dio dei boschi.

Vanno in minuscolo:

- i nomi di popoli antichi e moderni: es. fenici; spagnoli.
- i titoli nobiliari, ecclesiastici e accademici: es. conte, vescovo, dottore.
- i gradi e i corpi militari: es. generale, ammiraglio
- le qualifiche funzionali: es. prefetto, questore
- i nomi indicanti le religioni: es. cristianesimo
- nelle designazioni di guerre, paci, scoperte, dichiarazioni ecc. si scrivono con iniziali maiuscole gli eventuali nomi propri o i termini specifici del particolare avvenimento: es. pace di Parigi; la Sesta crociata
- i nomi di organismi al plurale

Trattini

Brevi:

Evitarne l’uso anche nelle parole composte (sala stampa) tranne nei casi come linea Torino-Milano oppure il rapporto madre-figlio, quando i due termini non sono alternativi o contrapposti l’uno all’altro, in tal caso è preferibile utilizzare la slash /.
Non si usa con la parola latina ex.

Non si usa con: pre, post, vice, capo, anti, contro, neo, filo.
Quando due o più prefissi si riferiscono allo stesso termine si usa il trattino breve unito al primo: es. pre-postraffaelliti.
I punti cardinali composti sono sempre uniti: es. nordest.

Medi:
Si utilizzano soltanto per gli incisi, sempre preceduti e seguiti da uno spazio. Il tratto medio di chiusura dell’inciso si omette qualora fosse seguito da un punto fermo.

Virgolette

Le virgolette basse contengono quelle alte doppie che a loro volta contengono quelle alte semplici: es. « “ ‘ ’ ” ».

Si utilizzano virgolette basse per:
- Dialoghi, discorsi riportati, citazioni di articoli, interviste e libri, messaggi scritti; cosiddetti definizioni traduzioni in italiano e rimandi a titoli di capitolo all’interno dello stesso libro. Le virgolette non vanno usate con i soprannomi.
- Le virgolette bastano per staccare il discorso diretto dall’inciso e rendono inutile l’uso delle virgole: es. «vengo» disse «ma potrò essere di poco aiuto.»
- Il punto fermo va dentro le virgolette se il discorso non è introdotto da nulla o se è preceduto da un punto. Va fuori dalle virgolette se è preceduto da altro testo o dai due punti.

Immagini

Le eventuali immagini dovranno essere in formato .jpeg e con una risoluzione minima di 300 dpi. Dovranno essere accompagnate inoltre da un’autorizzazione alla riproduzione “per uso di critica, a scopi di ricerca scientifica e con finalità illustrative e non commerciali”, che l’autore del saggio avrà cura di richiedere ai soggetti eventualmente detentori dei diritti.

Per la corretta impaginazione del saggio è importante che sia indicato chiaramente nel testo il punto nel quale si desidera inserire l’immagine, e che l’indicazione rimandi in modo univoco al file dell’immagine che si vuole inserire. Per esempio, si scriverà nel corpo del saggio: [Inserire fig. 1] e si nominerà il file “fig1.jpeg”, senza altre indicazioni relative all’autore o al soggetto dell’immagine. Le didascalie seguono nel corpo del saggio l’indicazione di inserimento dell’immagine e devono contenere, in linea di massima, almeno le seguenti indicazioni: autore, titolo, data.

Es. [Inserire fig. 1, Giorgio De Chirico, Le Muse Inquietanti, 1918, collezione privata] File “fig1.jpeg” [Inserire fig. 2, Marcello Mastroianni nel film La Dolce Vita di Federico Fellini, 1960] File “fig2.jpeg”
[Inserire fig. 3, La copertina della prima edizione degli Ossi di seppia di Eugenio Montale, Piero Gobetti Editore, 1925] File “fig3.jpeg”. 

Siculorum Gymnasium

A Journal for the Humanities

ISSN: 2499-667X

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