Call for papers 8 (2022)
Corpi invisibili
L’espressione “corpi invisibili” parrebbe, almeno epidermicamente, un ossimoro irrisolvibile. Un nome che esprime l’assoluta consistenza affiancato da un aggettivo che ne snatura il senso e ne contraddice letteralmente il significato. Ma più che su una contraddizione vorremmo muoverci su una soglia, una zona liminare, una ragnatela semantica che concentri ed espanda allo stesso tempo il concetto di corpo verso le regioni dell’invisibile o a tal punto evidenti da sfuggire allo sguardo. Eppure l’invisibile, al di là dell’ossimoro, è ciò che permette al visibile di essere visto. Pensando a una poesia di Mario Luzi, il quale si interrogava sulle motivazioni del nascondimento della luce in quanto ciò che permette la visione (Perché, luce, ti ritrai), la ragione del vedere e delle cose, si cela più addentro ancora / nelle altre non vedute. È allora sulla riflessione dei corpi non veduti che chiediamo di interrogarsi alla ricerca dello scarto fra l’identificabile e l’impalpabile.
Un corpo invisibile è quello che in molte circostanze si desidera di diventare, per raggiungere un modello disumanizzante o ritrarsi dallo sguardo degli altri sotto il peso di patologie o gravi sindromi nervose (depressione, anoressia, disabilità). Invisibili sono i corpi in transito, migranti, un fenomeno che rappresenta una scottante problematica politica e sociale tutt’altro che risolta. Altrettanto si può dire per la cosiddetta blind side, l’area degli esclusi dai grandi flussi economici e che restano ai margini della vita collettiva, ignorati dalle implacabili logiche del mercato e della speculazione finanziaria; per la zona grigia di coloro che sono impegnati nell’assistenza a tutti i livelli (sanitario, psicologico, sociale) ma il cui contributo resta spesso nell’anonimato; per i corpi discriminati a causa dei tratti somatici o per il genere, invisibili perché non riconosciuti o non conformi ai canoni imperanti di bellezza e proporzione. Importante è anche il côté tecnologico: i corpi nell’èra della smaterializzazione digitale e delle realtà aumentate (il metaverso), la cui definizione può rientrare in una dimensione del vedere ancora da concettualizzare pienamente. Così come grande attenzione richiamano i corpi al confine tra la vita e la non-vita o i corpi dei defunti: ad esempio, nella storia recente della pandemia, quelli a cui non era concesso l’estremo saluto; i corpi che emergono dal sogno e dall’inconscio e che influiscono sulla vita reale e consapevole; oppure, come le esperienze paradigmatiche di cui gli antichi Greci ci hanno fornito un modello universale, che abitano nell’Ade, nell’aldilà. Sono invisibili anche i corpi anonimi innalzati alla dignità dell’arte e resi sacri dalla sovranità dell’artista o i principi metafisici che agiscono visibilmente mostrando l’invisibile. I corpi degli oppressi, degli umili, dei vinti, che nel racconto letterario trovano occasione non di sterile menzione ma, tra dramma e ironia, per un serio riscatto. I corpi di coloro che pur non essendoci più (poiché morti, amati ed eclissati, o semplicemente separatisi da noi) si sono trasformati in ricordo, rammarico, speranza, ossessione. Senza dimenticare i corpi protetti o nascosti, i corpi mai più ritrovati, la cui presenza in qualche modo continua a determinare la vita di chi c’è ancora parlando un linguaggio di cui il corpo presente e vivo conosce e riconosce l’alfabeto. Chiediamo anche di riflettere sui corpi che hanno contato di più e su quelli che hanno contato ancor meno di prima; corpi lontani tra loro, visti come minaccia, vissuti nel privato e privati di qualunque contatto; corpi su cui si è esercitato un controllo e costretti al silenzio, alla resa, all’oblio.
Per questo nuovo numero di Siculorum Gymnasium si attendono allora contributi che discutano, problematizzino e approfondiscano, benché in modo non esclusivo, le linee tracciate, tenendo conto della pluralità dei punti di vista e dei seguenti ambiti:
Letteratura
Filosofia
Storia
Sociologia
Psicologia
Teologia
Religione
Geografia
Musica
Storia dell’arte
Arti visive
Gli abstract (1000 battute max) e i saggi (40.000 battute max) possono essere presentati in una lingua a scelta tra italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.
Scadenze
- 20 gennaio 2023: deadline per l’invio degli abstract;
- 30 gennaio 2023: deadline per la selezione degli abstract da parte del Comitato direttivo e del Comitato scientifico;
- 15 marzo 2023: deadline per l’invio degli articoli definitivi;
- 15 aprile 2023: fine del lavoro di revisione da parte dei revisori anonimi;
- 30 aprile 2023: deadline per l’invio dell’articolo corretto in base alle eventuali modifiche richieste dai revisori anonimi.
Gli abstract e gli articoli vanno inviati alla Segreteria di redazione, all'indirizzo mail: segreteriasiculorumgymnasium@gmail.com