Giuseppe Guzzetta, Il “Tesoro dei sei imperatori” dalla Baia di Camarina. 4472 Antoniniani da Gallieno a Probo, Catania, Giuseppe Maimone, 2014, p. 445, € 65.

di Ermanno Arslan

Negli anni 1991-1996 si recuperò quanto rimaneva (e fu possibile raccogliere) di un relitto del III sec. d.C., in mare, sulla costa meridionale della Sicilia, nella Baia di Camarina. Ne scaturì un impegno di lavoro quasi decennale per Giuseppe Guzzetta e i suoi collaboratori, che si concluse con la pubblicazione di un monumentale volume edito, da Giuseppe Maimone a Catania, di pregevole qualità editoriale e di alto interesse scientifico. Il titolo del volume, Il “Tesoro dei sei imperatori” dalla Baia di Camarina. 4472 Antoniniani da Gallieno a Probo, prende spunto dal nome che fu dato al complesso dopo la scoperta e con il quale fu da tutti citato, in attesa della pubblicazione complessiva (in realtà gli imperatori non sono sei ma quindici, da Gallieno a Probo). Complesso che è certamente il momento centrale, di eccezionale importanza, del recupero nella baia di Camarina, ma che viene analizzato in un quadro molto articolato di classi diverse di materiali archeologici e di tematiche storiche e che fa emergere la capacità organizzativa dell’autore e dei suoi collaboratori. È infatti da sottolineare la lucidità con cui è strutturato il volume, in cui i momenti dell’analisi sono allineati in termini razionali, in modo da permettere un facile orientamento in una materia complessa che richiede, più che per altre realtà archeologiche e numismatiche, ‘saperi’ diversi e percorsi trasversali, non solo archeologici, numismatici e storici.
Il primo capitolo di Giovanni Di Stefano descrive la straordinaria esperienza del recupero di un contesto ormai completamente disarticolato, essendo i suoi residui dispersi su un’area vasta, su un fondo marino in continuo movimento, talvolta confusi con quelli di altri precedenti naufragi e in pessimo stato di conservazione, specie le monete.
I materiali non numismatici, «gli oggetti metallici», sono schedati da Maria Agata Vicari Sottosanti e analizzati da Giuseppe Guzzetta in un secondo capitolo, Osservazioni sugli utensili per la pesatura, un contributo di grande importanza. Uno strumento molto diffuso come la stadera, troppo spesso tenuto ai margini della ricerca archeologica, è finalmente analizzato in termini funzionali, con un’aggiornata collocazione tipologica dei contrappesi plumbei e con uno sviluppo critico dell’analisi tale da permettere giudizi stilistici e cronologici altrove raramente raggiunti, con un’incursione molto ben controllata nell’impervio ambito delle problematiche relative ai criteri e ai sistemi ponderali antichi.
Il terzo capitolo, Il Tesoro dei sei imperatori, si propone come un’ampia disamina soprattutto delle problematiche storiche nelle quali è da collocare la vicenda del relitto e dei materiali numismatici che ha restituito. Con una lucida analisi delle vicende dell’Impero Gallico, raramente analizzato in Italia con così approfondite ricerche bibliografiche, vengono toccati i problemi delle sue emissioni da Postumo ai Tetrici, finalmente contestualizzate accanto alle emissioni, ben più frequentate dalla ricerca in Italia, di Gallieno, di Claudio e del Divo Claudio. Guzzetta affronta direttamente le problematiche relative alla Gallia, con ottimi spunti che saranno utilissimi anche ai colleghi francesi che finora hanno monopolizzato la ricerca su questi temi. Si prepara così una futura analisi degli aspetti non solo dell’emissione degli Antoniniani gallici nel loro territorio, ma soprattutto della loro presenza all’esterno, dove raramente vengono presi in esame e dove non si è ancora tentato di chiarire la loro funzione nei complessi meccanismi della circolazione monetaria nei decenni inquieti tra il 260 e il 280. Si aprono quindi, con questa pubblicazione, ampi spazi alla ricerca locale, anche lontano dalla Sicilia e dalle rotte commerciali tirreniche e mediterranee, che raggiungevano le coste africane. Si giunge così al Catalogo, introdotto da ampie e documentate disamine a carattere numismatico, anche in termini statistici, di Maria Agata Vicari Sottosanti, di Viviana Lo Monaco e dello stesso Guzzetta sulle emissioni da Gallieno a Quintillo, sulla consacrazione di Claudio II e su quelle dell’Imperium Galliarum.
Sono degni di ammirazione l’imponente schedatura scientifica dei 4472 Antoniniani recuperati, l’ampia riproduzione selettiva delle monete in formato 1:1, la ricca e utilissima bibliografia, con molte indicazioni inconsuete per la ricerca in Italia.
Il volume è innovativo per la straordinaria abbondanza della documentazione, per lo sviluppo esemplare della meditazione storica a sostegno della documentazione numismatica, per l’ampio quadro territoriale preso in considerazione, inconsueto nelle nostre pubblicazioni, e, infine, per l’esame condotto su classi di materiali ben presenti nella nostra documentazione monetale, ma costantemente trascurati dalla critica italiana. Il libro sul Tesoro dei sei imperatori è destinato a rappresentare un punto di partenza per la ricerca futura su tali temi, non solo in Sicilia.

 

 


Tags

NUMISMATICA , CAMARINA


Categoria

Antichistica

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