Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli, Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani (a cura di), L’Officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro. I, I luoghi dell’arte. II, Immagine, memoria, materia, Roma, Gangemi Editore, 2014, 2 voll., pp. 1248, € 140.

di Tancredi Bella

A Maria Andaloro, e al suo particolare posto «nella storia dell’arte […] dell’Occidente in relazione all’Oriente» – per dirla con Arturo Carlo Quintavalle – sono offerti due volumi, curati da chi le è stato più prossimo tra gli allievi. Centosettanta firme, tra le più accreditate nella Storia dell’arte medievale internazionale, per altrettanti micro focus su disparati argomenti fra loro intrecciati in macro unità, che ripercorrono in filigrana i temi delle pluridecennali ricerche della studiosa attorno a storia, cantieri, tecniche, restauro e tanto altro. Quale importanza per la Sicilia? Riflesso dell’insularità natale e più latamente culturale, con policentriche proiezioni verso mondi lontani (dalla Sicilia, appunto, alla Turchia, da Bisanzio a Roma, dalla Siria ad Assisi), la sezione introduttiva Dalla Sicilia al Mediterraneo include dodici scritti su temi isolani, ai quali fanno eco altri contributi nel II tomo.
L’incipit è di William Tronzo: poche pagine intense sulla politica artistica del Norman Kingdom riannodano riflessioni condotte insieme alla stessa Andaloro. Assetti e tempi dei brani in opus sectile a temi iconici nel pavimento di S. Maria dell’Ammiraglio a Palermo sono riletti da Xavier Barral i Altet alla luce dell’attuale dibattito sui pavimenti romanici. Brillante disquisizione quella di Jeremy Johns su un probabile Volo di Alessandro nella parte ovest delle muqarnas della Cappella Palatina di Palermo, che riferisce ad indicatori iconografici altrove attestati nel meridione normanno; per brani pittorici tuttora discussi Francesca Anzelmo rileva il potenziale informativo del dossier fotografico dei restauri del soffitto ligneo di metà Novecento. Corrado Bologna riporta l’attenzione sul sofisticato mantello dell’incoronazione di Ruggero II, per considerarne ex novo la semantica politica e ideologica. Un’attendibile ricostruzione dell’ingresso sud al normanno Palazzo reale di Palermo è tentata da Ruggero Longo, che mette insieme i dati degli scavi attinenti alla porta urbica Bāb al-abnā e al S. Andrea in Kemonia; con raffinato acume Vladimir Zorič scandaglia l’organismo architettonico della Torre Pisana nel Palatium, puntualizzando distribuzione e funzioni dei volumi, inclusa la sala di rappresentanza a doppia altezza. Parimenti Ivana Bruno interviene sulla ricezione nel XIX secolo della “stanza di re Ruggero”, fra destinazioni e mito. Nelle vicende del padiglione reale dello Scibene Piero Longo affonda un’intrigante disamina che attende sviluppi. Federico Galussio punta i riflettori sul portale del duomo normanno di Cefalù dopo il recente ripristino, con elementi utili ad un’interpretazione più solida del progetto iniziale e dei rimaneggiamenti in quel cantiere non unitario; Vincenzo Abbate scrive dei restauri all’impianto musivo (XIX secolo), circostanziandone la rilevanza storiografica. Caroline Bruzelius riconsidera la pristina disposizione dell’invaso della cattedrale normanna di Catania e in mancanza di nuovi dati propone ipotesi suggestive per nodi ancora problematici, sulla scorta di precedenti apporti. Pio Francesco Pistilli indaga ruolo ed operato dell’architetto federiciano Riccardo da Lentini con originali comparazioni di fondazioni o rifondazioni castrensi in età sveva tra Sicilia e penisola, in cui ricomprendere il Castello Ursino a Catania. Fra storia del culto e iconografia Michele Bacci esplora consuetudini e cronologie del fenomeno artistico dell’Hodighitria in un percorso tematico abilmente tessuto. Pierluigi Leone de Castris arricchisce infine la griglia di contatti e influenze fra artisti della Sicilia orientale nel panorama della pittura trecentesca.
Un quadro ancor più sincretico, quello che ne risulta, per l’arte normanna e sveva in una Sicilia carrefour di modelli cosmopoliti: un passo avanti con inedite sfumature, e ce n’era bisogno, nella conoscenza di contesti complessi e di fatti artistici dai contorni difficili da etichettare.

 


Tags

ARTE NORMANNA , PALERMO , STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE


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Arte e spettacolo

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