Alessandro Mastropietro (a cura di), Il dubbio che vibra. Francesco Pennisi e il teatro musicale, Lucca, LIM, 2014, pp. 270, € 25.

di Ferdinando D'urso

Che Francesco Pennisi si collochi fra i grandi nomi del panorama musicale del Novecento italiano non ci sono dubbi. La sua attività ha segnato la generazione di compositori operanti durante gli anni ’70 e ’80 tanto quanto quella dei contemporanei Clementi, Paris o Evangelisti. È bene ricordare che, proprio insieme a questi ultimi, Pennisi fondò “Nuova consonanza”, associazione romana che si preoccupa della promozione dell’arte contemporanea italiana.
Il volume Il dubbio che vibra. Francesco Pennisi e il teatro musicale – pubblicato da Libreria musicale italiana e curato da Alessandro Mastropietro – se da un lato è occasione per pungolare l’attenzione del pubblico, degli studiosi e degli interpreti ricordando lo spessore dell’arte di Pennisi, dall’altro approfondisce un aspetto dell’opera del compositore acese complessa quanto affascinante: il suo rapporto con il teatro musicale. Tale produzione rappresenta nelle intenzioni del curatore una summa del modus componendi di Pennisi; in esso si fa chiaro ed evidente quel continuo e curioso ricercare riassunto dall’espressione scelta come titolo del volume: «il dubbio che vibra» (usata dal compositore nel libretto di Descrizione dell’Isola Ferdinandea).
Come un mosaico fatto di tante tessere, questo volume si compone di dodici interventi realizzati da altrettanti musicologi e compositori, studiosi e amici di Pennisi. Questa varietà di voci dona a Il dubbio che vibra una natura corale e composita, che si muove dall’analisi più scientifica al ricordo più accorato. Così il lettore si trova raccolto attorno agli aspetti più umani del compositore siciliano, accanto a Mario Messinis (Francesco Pennisi), Daniele Lombardi (Fantasticando... Deragliamento) e Piero Violante (Nostalgia di Francesco Pennisi). Alessandro Mastropietro è autore di una dettagliata descrizione delle opere teatrali maggiori con Il teatro musicale di Pennisi da Sylvia Simplex a Descrizione dell’Isola Ferdinandea; altrettanto rigorosa è l’analisi strutturale effettuata da Egidio Pozzi. A ricostruire il rapporto di Francesco Pennisi con le musiche di scena giunge Commento attesa sconfinamenti: le musiche di Francesco Pennisi per l’Orestea di Emilio Isgrò, di Maria Rosa De Luca; il saggio descrive non solo un’imponente operazione culturale e la sua temperie, ma pone l’accento su un aspetto della produzione di Pennisi (quello delle composizioni destinate ad accompagnare la messinscena teatrale) fin qui sottovalutato e che catalizzò invece buona parte dell’attenzione dell’autore. Di Graziella Seminara è l’attenta disamina degli aspetti drammaturgici delle ultime grandi opere del compositore acese: Dalle Esequie della luna al Tristan. La memoria e l’enigma nelle ultime opere teatrali di Francesco Pennisi. Infine, gli aspetti più prettamente storici sono trattati da Gianluca Bocchino in Francesco Pennisi nella storia associativa/musicale di Nuova Consonanza.
La seconda metà del volume è occupata da una raccolta d’interviste e scritti dello stesso compositore a commento delle proprie opere teatrali. Poste così accanto alla riflessione degli studiosi esse rappresentano un compimento, l’altro braccio della bilancia, che permette di leggere lo stesso evento musicale con le lenti sia del critico sia dell’artista.
Il dubbio che vibra. Francesco Pennisi e il teatro musicale si pone quale spunto di riflessione per riconsiderare il Novecento musicale italiano, la sua avanguardia e le sperimentazioni dei suoi artisti più gentili e raffinati.

 

 


Tags

FRANCESCO PENNISI , TEATRO MUSICALE , MUSICA , TEATRO


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Arte e spettacolo

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