Alberto Varvaro, Vocabolario storico-etimologico del siciliano, Palermo-Strasburgo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani - Société de Linguistique Romane, 2014, 2 voll., pp. 1234, € 99.

di Margherita De Blasi

Il Vocabolario storico-etimologico del siciliano ha una storia molto lunga alle spalle. Nella prefazione l’autore ripercorre la genesi del testo, nato da un’idea di Antonino Pagliaro, che sperava di dedicare gli ultimi anni del suo lavoro a un dizionario etimologico del siciliano. Decise poi di compilare una sorta di saggio su una selezione di termini e chiese, intorno al 1970, con la collaborazione di Alberto Varvaro. Dopo la scomparsa di Pagliaro nel 1973, Varvaro continuò il lavoro e, nel 1986, pubblicò il primo volume del vocabolario (con la collaborazione di Rosanna Sornicola). In quel momento erano pronti i tre quarti dell’opera, poiché mancavano solo la M, la S, la T e parte della P.
Negli ultimi anni lo studioso, accogliendo le sollecitazioni del CSFLS e della comunità scientifica, ha completato il lavoro redigendo le parti mancanti e aggiornando le voci già scritte. L’opera compiuta, che dà conto di oltre 600 famiglie lessicali siciliane (individuate con Giuseppe Cusimano), svela subito una scelta di metodo che punta a combinare la selezione delle voci e l’approfondimento dell’indagine storica ed etimologica. Sono infatti escluse le voci con significato e forma corrispondenti all’italiano e quelle riprese dall’italiano, poiché risulterebbe poco utile inserire «informazioni che possano essere reperite nei normali vocabolari etimologici italiani» (p. xiv).
Le voci hanno una struttura semplice ma utilissima, in modo da aiutare il lettore a trovare immediatamente ciò di cui ha bisogno durante la consultazione. Nella prima parte di ogni voce sono riassunti i dati essenziali, il significato, la prima datazione, l’etimologia e un’indicazione sommaria dell’area geografica di diffusione. In questo modo il lettore ottiene facilmente le informazioni basilari, mentre chi intende approfondire può avventurarsi nella seconda parte della voce. Qui la trattazione è più estesa: prende avvio dalla documentazione storica in Sicilia, continua con le colonie gallo-italiche, Malta e, quando le argomentazioni ne suggeriscono la necessità, con l’intera area italiana o, talvolta, romanza. In alcuni casi sono presenti anche immagini al fine di favorire l’integrazione tra la storia linguistica e l’etnografia.
Alla fine della voce è presente la discussione etimologica che, in molti casi, ha smentito luoghi comuni, offrendo spunti per lavori futuri. Una vera storia etimologica, insomma, che dà conto anche di precedenti interpretazioni giudicate inesatte. Un esempio di sicuro interesse è la discussione a proposito di mafia. Dopo aver riportato le ipotesi precedenti (derivazione araba o da base osco-umbra dalla base del latino amare o neologismo ottocentesco) spiegando i motivi della loro inesattezza scientifica, Varvaro, sottolineando in modo innovativo la larga diffusione geografica del tipo lessicale (nel senso di ‘eleganza’), ipotizza una provenienza dall’Italia Settentrionale, forse risalente a migrazioni medievali da zone liguri e piemontesi, e un suo successivo slittamento da un lato a «cosa benfatta» e dall’altro a «prepotenza, atteggiamento superbo».
Nel percorso argomentativo su ogni singola etimologia l’autore lascia, quindi, una lezione di metodo alle future generazioni di studiosi, collegandosi a un magistero scientifico esercitato per oltre un cinquantennio.


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VOCABOLARIO STORICO-ETIMOLOGICO DEL SICILIANO , MAFIA , LEMMA MAFIA


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Filologia e linguistica

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