Giuseppe Tomasi di Lampedusa, The Professor and the Siren, translated from the italian by Stephen Twilley, introduction by Marina Warner, New York,  New York Rewiew Books, 2014, pp. 104, € 7.

di Marina Paino

Il volume offre in traduzione inglese i testi narrativi composti da Lampedusa a margine del Gattopardo, due dei quali (Lighea, qui con il titolo The Professor and the Siren, e I gattini ciechi, tradotto in The blindkittens) direttamente connessi, attraverso alcuni personaggi, con l’opera maggiore; estraneo alle atmosfere e ai toni del fortunato capolavoro, invece, il terzo racconto Joy and the law, che narra della sofferta rinuncia ad un panettone-premio da parte di un impiegatuccio che sperava di passare con quel dolce un Natale diverso.
Frammento iniziale di un romanzo mai scritto, I gattini ciechi contempla tra i propri personaggi l’erede della casata Salina e il figlio del soprastante Ferrara, testimoni di quel mondo dei gattopardi ora sostituito dallo strapotere economico dei rozzi rappresentanti della famiglia Ibba (ideali discendenti di Calogero Sedara); e discendente dei Salina è anche il Paolo Corbera che nel più compiuto dei tre bevi testi riproposti si trova a confrontarsi nella Torino del 1938 con il prof. Rosario La Ciura, studioso di pregio rintanatosi a vivere in un mondo dal quale tiene fuori la modernità, nel ricordo di una giovanile stagione d’amore vissuta con una Sirena cui poi alla fine si ricongiungerà scomparendo in mare.
È su questo racconto che dà il titolo al volume che si concentra interamente lintroduzione di Marina Warner, la quale sottolinea da subito la rilevante particolarità di questa attenzione lampedusiana ad una dimensione mitologica desunta da un remoto passato; secondo la prefatrice uno degli elementi narrativi forti del racconto risiede anzi proprio nel tentativo di La Ciura di iniziare il giovane amico al mistero pagano di un modello di passione erotica interdetto alla modernità cristiana e a cui lui ha straordinariamente avuto accesso grazie alla duplice natura, umana e animale, della Sirena. Questa logica dualistica informa del resto di sé tutta la storia, attraverso il confronto tra un vecchio e un giovane, la castità e la libidine, la ragione e il desiderio, il soprannaturale e l’ordinario.
Senza mai fare riferimento alla donna-stella che rapisce nel Gattopardo il Principe Fabrizio in limine mortis, la Warner riconduce l’irrealistico interesse di Lampedusa per la figura della Sirena agli studi sul folklore della moglie Alessandra, o piuttosto alla stravagante influenza del cugino poeta Lucio Piccolo (ma sullo sfondo cita anche il pianto delle sirene del sonetto 119 di Shakespeare e il canto XIX del Purgatorio dantesco).
Interessanti i richiami alla scomparsa di Ettore Majorana in quello stesso 1938 in cui ha avvio il racconto, ad un presunto antimussolinismo che trasparirebbe dal rifiuto di La Ciura per la contemporaneità, nonché la chiusa sui tragici attuali sbarchi di migranti a Lampedusa, sull’accoglienza di essi nell’isola che fu del principe scrittore. Come se quell’isola avesse appreso che anche dalle circostanze più impreviste può venir fuori la ricchezza di una trasformazione segnata dal destino.

 


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GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA , IL GATTOPARDO , RACCONTO , ETTORE MAJORANA , LETTERATURA CONTEMPORANEA


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Letteratura

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