Pierluigi Basile, Diego Gavini, Dino Paternostro, Una strage ignorata. Sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia 1944-48, Roma, Agra, 2014, pp. 315, € 20.

di Manoela Patti

Si tratta di un lavoro collettaneo, frutto di una ricerca sulle lotte per la terra in Sicilia nel secondo dopoguerra e sulle vittime della violenta repressione mafioso-agraria del movimento contadino, promossa dalla Fondazione Argentina Altobelli e dalla Fondazione Filippo Turati in occasione del settantesimo anniversario del Patto di Roma e dell’emanazione dei decreti Gullo.
Il libro è composto di tre saggi, cui segue una ricca appendice documentaria articolata in quattro sezioni: sindacato, stampa, documenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, ministero degli Interni (pp. 203-315). Apre il volume un saggio di Pierlugi Basile, che fa il punto sul difficile contesto del dopoguerra siciliano, nel quale, mentre si intrecciano conflitti sociali, lotta politica e insorgenza criminale, matura l’esperienza delle lotte contadine. Il secondo intervento, firmato da Diego Gavini, studioso del fenomeno mafioso, si concentra invece sull’analisi della documentazione prodotta dalla prima Commissione Antimafia in relazione alla feroce reazione mafiosa alle lotte bracciantili. La terza parte del volume, curata da Dino Paternostro, giornalista e segretario della Camera del Lavoro di Corleone, presenta le schede biografiche dei sindacalisti uccisi in Sicilia tra il 1944 e il 1948.
L’aspetto più interessante del volume, i cui contributi si distinguono per accuratezza ed equilibrio, si rintraccia nella capacità di ricostruire la coraggiosa mobilitazione dei contadini siciliani da più prospettive, tenendo inoltre insieme dimensione regionale, nazionale e contesto internazionale. La tragica epopea della lotta per la terra in Sicilia si snoda infatti in un tempo attraversato da epocali rivolgimenti sociali, politici, istituzionali. Nel 1944 l’isola, prostrata dal conflitto, passa dall’amministrazione alleata a quella italiana, per giungere, superata la crisi separatista, all’ottenimento dell’autonomia all’interno della neocostituita Repubblica italiana. Sullo sfondo una gravissima crisi economica e sociale, la fine dei governi di unità nazionale e l’inizio della Guerra fredda. I saggi di Basile e Gavini, attraverso due punti di vista diversi ma complementari, conducono così il lettore dallo sbarco anglo-americano del 10 luglio 1943 alla vittoria della Dc alle elezioni politiche del 1948. In mezzo, una virulenta risorgenza mafiosa, i decreti Gullo, le prime elezioni regionali (20 aprile 1947), la strage di Portella della Ginestra e l’ininterrotta strage dei militanti del movimento contadino, quasi sempre socialisti e comunisti. L’analisi di Gavini, in particolare, arricchisce il quadro restituendoci le differenti letture che ne fecero successivamente le diverse forze politiche, impegnate a partire dal 1963 nei lavori della prima Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso. Infine, recuperando una memoria locale fortemente segnata dai luttuosi eventi di quegli anni, i profili biografici curati da Paternostro danno volto e consistenza a storie in più di un’occasione cadute nell’oblio.
Il libro rappresenta dunque, senza dubbio, un utile strumento di lavoro, ma non solo. Come scrive Maurizio Degl’Innocenti nella Premessa al volume, «restituire voce a quei caduti» è anche «un doveroso omaggio».


Tags

SINDACALISMO , MAFIA , REPRESSIONE


Categoria

Storia

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