Giuseppe Carlo Marino, Pietro Scaglione, L’altra Resistenza. Storie di eroi antimafia e lotte sociali in Sicilia, prefazione di Luigi Ciotti, Milano, Ed. Paoline, 2014, pp. 282, € 17,50.

di Giovanni Criscione

Il libro, che si propone finalità divulgative, fissa con chiarezza alcuni concetti e fornisce un’efficace sintesi della storia dell’antimafia dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Il volume è articolato in due parti. Della prima, Antimafia e antimafie, è autore lo storico Giuseppe Carlo Marino; della seconda, Un secolo di lotte, il giornalista Pietro Scaglione, nipote dell’omonimo magistrato freddato dalla mafia a Palermo nel 1971. Nella prefazione don Ciotti, ‘prete di frontiera’ e fondatore di “Libera”, individua i punti di forza del volume nella complementarietà delle trattazioni, nella completezza della sintesi e nella lucidità dell’analisi che coglie i nessi organici tra fenomeni malavitosi, carenza di civismo e corruzione politico-economica. Alle considerazioni del prefatore aggiungiamo quali elementi positivi la chiarezza dei concetti e delle distinzioni elaborate nella prima parte del volume. Tra questi, l’inscindibilità didattica della storia della mafia e dell’antimafia; la differenza tra Cosa nostra e la criminalità organizzata, con la quale la prima è spesso confusa dai media e dall’opinione pubblica; la distinzione tra l’antimafia istituzionale e quella sociale, focalizzate rispettivamente l’una sulla legalità e l’altra sulla giustizia. Con queste acquisizioni critiche, Marino ripercorre le principali tappe storiche della lotta alla mafia. Particolare attenzione è rivolta all’atteggiamento del mondo cattolico dinanzi al fenomeno mafioso. Le varie componenti cattoliche (alto e basso clero, fedeli, movimenti politici e sociali, ecc.) hanno espresso un’ampia gamma di comportamenti, che vanno dal rispetto per la religiosità dei mafiosi al colpevole silenzio delle coscienze dinanzi ai crimini e alle stragi più efferate, fino all’aperta denuncia e alla ribellione, spesso culminate nel sacrificio di sé e nel martirio. La storia dell’antimafia sociale, laica e cattolica, dunque, assomiglia a un fiume carsico che è ricacciato nelle viscere della terra dalla repressione di mafia e apparati dello Stato schierati a difesa di interessi politico-economici conservatori o reazionari, per riaffiorare in superficie grazie alla tensione morale e ideale innescata dalla sete di giustizia sociale (Fasci siciliani, leggi di riforma agraria e movimenti di occupazione delle terre, ecc.) o dalla reazione indignata per omicidi eclatanti (strage di Ciaculli, 1963; stragi del 1992-1993; uccisione di don Pino Puglisi, ecc.). Nella seconda parte questa storia viene ripresa e raccontata con l’ausilio di un’abbondante e aggiornata bibliografia sull’argomento, anche se manca del tutto un’originale ricerca storica condotta su documenti inediti e fonti d’archivio. L’autore ricorda meritoriamente numerose figure di magistrati, militari dell’Arma, poliziotti, sindacalisti, giornalisti, sacerdoti, imprenditori, politici, braccianti, operai, uomini e donne comuni, alcuni dei quali spesso dimenticati nelle più note pubblicazioni sull’argomento, che furono uccisi per mano della mafia per aver creduto in un’idea, per aver fatto fino in fondo il proprio dovere o semplicemente per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. La rapida sintesi – che condensa oltre un secolo di storia della mafia e dell’antimafia, di lotte sociali e di misteri italiani – prevale sull’analisi che, per alcuni periodi storici, risulta poco accurata e penetrante.

 


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MAFIA , ANTIMAFIA , RESISTENZA , COSA NOSTRA , CHIESA,


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Storia

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