Walter Koch (a cura di), Klaus Höflinger, Joachim Spiegel, Christian Friedl (collaboratori),  Die Urkunden Friedrichs II. 1220 - 1222. Harrassowitz Verlag, Wiesbaden, 2014, Vol. I, Testi, pp. 636, Vol. II, Indici, pp. 462, € 215,00.

di Marco Lino Leonardi

La pubblicazione in due tomi dei documenti prodotti dalla cancelleria dell’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia (1194-1250) da parte dell’Istituto Storico Monacense dei Monumenta Germaniae Historica nel quattordicesimo volume della serie dei Diplomata Regum et Imperatorum Germaniae, è di capitale importanza nello studio del Medioevo per due diverse ragioni. In primis, sotto l’aspetto contenutistico. I due tomi, editi nel 2014, si completano a vicenda nel fornire allo studioso o al lettore colto, interessato al Medioevo siciliano, un quadro storico dell’isola poliedrico e, a tratti, inedito. Infatti, buona parte dei 272 documenti in lingua latina che compongono il primo tomo (XIV,4 Texte), offrono al lettore una tale varietà di informazioni capaci di leggere la storia medievale isolana sotto i profili più vari. Come nell’assemblaggio di un mosaico composto da materiali di diversa fattura, ogni singolo documento potrebbe fungere, nella sua irrinunciabile unicità, da tassello necessario a comporre una ricostruzione d’insieme della Sicilia e dello spazio euro-mediterraneo di epoca medievale. La lettura di ogni atto giuridico voluto dallo Stupor mundi dispiega infatti continui rimandi alla storia, alla religione, alla società, al costume, all’economia, alla mentalità, alla politica, al diritto e alle forme organizzative. Esemplificativo, al riguardo, è un documento licenziato a Catania nel Giugno 1221, riportato nel primo tomo (pp. 490‒492), per mezzo del quale l’Imperatore e Re di Sicilia conferma al monastero benedettino di Santa Maria di Valle Giosafat gli stessi privilegi che erano stati concessi in precedenza dai suoi genitori, gli imperatori Enrico VI di Svevia (1165‒1197) e Costanza d’Altavilla (1154‒1198). Il secondo tomo (XIV,4 Register), dedicato dai curatori agli indici tematici, alle edizioni documentario-bibliografiche consultate ed alle concordanze, è da considerare a ragione l’appendice e il necessario completamento del primo. Tra le otto sezioni che compongono il tomo XIV,4 Register, il volume degli indici è particolarmente degno di nota per l’elencazione dei nomi e dei luoghi riportati sui documenti (pp. 637-717). L’indice dei nomi e dei luoghi annovera oltre tremila voci, formando così un lemmario dell’umanità e delle località del macrocosmo medievale entrate a contatto con Federico II di Svevia lungo il biennio compreso tra il 1220 e il 1222: sfogliare e consultare ognuna delle tremila e quarantasette voci comprese nell’indice, da Abbatis Marci (or.) monasterium a Zustinum, permetterebbe al lettore di immergersi nel composito mondo della società medievale dei primi decenni del secolo XIII con uno strumento di orientamento puntuale e affidabile, lontano dalle grossolane approssimazioni che oggigiorno circolano troppo disinvoltamente nei siti internet di divulgazione storica, di frequente date per attendibili. La seconda ragione, per la quale è auspicabile che almeno ogni Biblioteca Regionale Universitaria e ogni Biblioteca dei Dipartimenti di Scienze Umane della Sicilia dispongano di un esemplare dell’opera da destinare allo studio e alla consultazione, è di carattere editoriale. Con la pubblicazione dei 272 documenti, licenziati dal sovrano e (dal 22 novembre 1220) neo imperatore svevo in un arco cronologico compreso dal settembre del 1220 all’agosto del 1222, il lettore dispone, per la prima volta, di un’edizione a stampa completa sul biennio preso in esame, nonché di un’opera portata a compimento secondo le più recenti acquisizioni metodologiche della Quellenkritik, pensata per una facile ed agevole consultazione. L’edizione a stampa dei documenti emanati dalla cancelleria di Federico II che precede quella attualmente in via di pubblicazione (di proposito lo scrivente non cita edizioni online delle fonti sopracitate, in quanto trattasi di riproposizioni frammentarie ed incomplete) risale alla Historia Diplomatica Friderici Secundi di Huillard-Breholles, pubblicata a Parigi dall’editore Plon in sei tomi tra il 1852 e il 1861. L’impostazione tipografica complessiva dell’opera non mira a concepire i due tomi del quattordicesimo volume come parti a sé stanti, ma come volumi da inserire in un rapporto di continuità con quelli precedentemente pubblicati. Nel loro complesso, i 272 documenti della cancelleria fridericiana riportati nella presente edizione recano una numerazione progressiva compresa tra il nr. 658 (1220, prato di San Daniele/Lago di Garda, Settembre, 13) e il numero 929 (1222, Jato/Palermo, Agosto, 16), con l’aggiunta, alla fine del volume, di un documento supplementare che reca la data del 1219 (Hagenau/Alsazia, Marzo s.i.d.), in quanto emerso da ricerche storico-paleografiche concluse dopo la pubblicazione del terzo volume nel 2010, indicato con il numero 499a. La numerazione adottata nella presente edizione procede in ordine di continuità con i tomi precedenti e, nello specifico, riprende la numerazione subito dopo il documento nr. 657, pubblicato in: Walter Koch (a cura di), Klaus Höflinger, Joachim Spiegel, Christian Friedl (collaboratori), Die Urkunden Friedrichs II. 1218-1220, vol. III, Hahn, Hannover, 2010, pp. 449-450. La consultazione e la lettura dell’opera riflettono e vidimano ulteriormente le peculiarità dello Staufer Federico II, figura storica capace, per citare l’indimenticabile osservazione del medievista Karl Hampe (1869‒1936), di possedere orizzonti ‘universali’ nella sua azione politica e legislativa, pur rimanendo «…durch Erziehung und Neigung ganz und gar Sizilianer» («…per educazione e sensibilità in tutto e per tutto un siciliano». Citazione tratta da Karl Hampe, Deutsche Kaisergeschichte in der Zeit der Salier und Staufer, Heidelberg 1949 [1a ed., Leipzig 1909 ], p. 246).



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