Una missione per l’Europa: l’accoglienza

di Paola Roccasalva

 

 

«Senso religioso e religioni tra potere e verità», questo il titolo della conferenza tenutasi lo scorso 20 aprile presso il Camplus d’Aragona di Catania durante la quale è intervenuto Samir Khalil Samir sj, professore di Islamologia e Religioni comparate presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma.

Samir fin dall’inizio del suo intervento ha messo in evidenza l’influenza che Ebraismo e Cristianesimo hanno avuto sulla nascita dell’Islam attraverso un excursus storico della vita di Maometto. La concezione dell’unicità di Dio fu legata probabilmente alla figura di KhadÄ«ja, sua moglie, che apparteneva alla tradizione cristiana non ortodossa, e la sua fiducia nei confronti degli etiopi cristiani, presso i quali avrebbe mandato i suoi seguaci temendo una persecuzione contro di loro, era motivata dal fatto che anch’essi credevano in un unico dio. Nella seconda fase della sua vita vediamo Maometto a Medina, accolto da tribù pagane e dagli ebrei: da questi ultimi apprenderà la preghiera tre volte al giorno, il digiuno (basti pensare al digiuno ebraico di Yom Kippur, che vuol dire «Giorno del perdono dei peccati»), e la preghiera orientata verso un determinato luogo geografico. In questa città egli avrebbe continuato a ricevere ciò che vedeva come rivelazioni divine (tra queste anche eventi relativi alla fede cristiana, come l’annunciazione dello Spirito Santo della nascita verginale di Gesù). Tutti segni, questi, della coesistenza nell’origine della religione islamica di elementi ebraici, cristiani e della tradizione araba pagana. Queste culture sono madri e figlie le une delle altre, e il periodo più florido dell’impero musulmano (quello che arriva all’XI sec.) è costituito dalla compresenza di cristiani e musulmani che lavorano insieme.

Assistiamo, poi, al «Periodo di decadenza» che dal 1300 ca. si protrarrà fino al 1800.

Napoleone dal 1798 al 1801 fa la sua campagna in Egitto, arrivando con centinaia di dotti in tutte le scienze e arti al suo seguito. Provocato da questo Mehmet Ali, a quel tempo il capo politico d’Egitto, manda in Francia per cinque anni i migliori egiziani perché si formino lì. Una volta tornati in Egitto ordina loro di trascrivere in arabo tutto ciò che avevano imparato. Da qui prende le mosse il «Secondo Rinascimento». Il rifiorire di un’identità arricchita è reso possibile dal riconoscimento in un altro di un bene grande e desiderabile.

Nel 1924 viene abolito il califfato e nasce la Repubblica. Questo comporta un enorme shock per il mondo islamico che si ritrova a non avere più un’autorità. Così, un giovane professore di Islam, Ḥasan al-Bannāʾ, fonda i cosiddetti «Fratelli musulmani» con l’obiettivo di “reislamizzare” i musulmani, ormai occidentalizzati (si pensi ad esempio al Canale di Suez, opera di straordinario valore realizzata da un francese, Ferdinando de Lesseps, e inaugurata con l’Aida di Verdi all’Opera del Cairo).

Passando all’attualità, Samir parla dell’ISIS (Islamic State of Iraq and Syria). Purtroppo gli appartenenti a questo gruppo jihadista salafita fanno riferimento ad alcuni versetti, detti e fatti della vita di Maometto, interpretando il Corano alla lettera.

I cristiani hanno giocato un ruolo importante nella vita dei musulmani: li hanno aiutati ad accogliere delle novità, degli elementi della tradizione occidentale. Alla fine del Settecento e per tutto l’Ottocento l’Europa è stata vista come un modello positivo. E ancora oggi in molti Paesi è così: si pensi al Libano, ad esempio, in cui l’università gesuita di Beirut è frequentata per il 33% da studenti musulmani che sono disposti a fare ingenti sacrifici economici per pagare la retta, benché nella città esista un’università statale. E questo accade per la coscienza di un valore nell’alterità.

Oggi in questi luoghi i cristiani vengono perseguitati, anche se in forma meno grave rispetto a coloro che non credono in dio,  considerati la categoria peggiore. Questa gente è costretta a scappare dai propri paesi d’origine. Tantissimi musulmani chiedono loro di rimanere nella speranza di poter costruire insieme in questi luoghi una società più bella, cercando di imparare dall’esperienza di condivisione che li accomuna. Ma tanti non hanno più né una casa né un lavoro. Ad Aleppo l’acqua è stata tagliata per mesi, e un litro d’acqua viene pagato col salario di una settimana. L’unica speranza per tutti loro è andare in Europa (o in America, per chi può).

Samir, citando l’incontro tra Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene Hieronymos a Lesbo, ha ricordato l’unanime presa di coscienza da parte dei tre leader cristiani rispetto al dramma umanitario in corso. Samir, citando l’incontro tra Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene Hieronymos a Lesbo, ha ricordato l’unanime presa di coscienza da parte dei tre leader cristiani rispetto al dramma umanitario in corso. Costoro hanno invitato l’Europa e il mondo intero ad accogliere cristiani, musulmani, tutti, senza distinzione di sorta. Samir, islamologo gesuita, ricorda tra i primi profughi Gesù, Maria e Giuseppe accolti in Egitto («Ancora oggi», ha detto, «in tutto l’Egitto si festeggia il passaggio dai quei luoghi della Sacra Famiglia»).

Egli ha esortato a riflettere sul leitmotiv che sentiamo spesso, «Siamo invasi dai musulmani». «È vero», ha riconosciuto. «Ma pensiamo a quando un tempo i missionari cristiani si spingevano in Paesi lontanissimi ad evangelizzare i popoli che avrebbero incontrato, rischiavano spesso la vita per questo, e divenivano martiri. Oggi ci sono sedici milioni di musulmani in Europa. Vengono loro da noi! Perché non girare la medaglia e vedere che Dio li manda per aiutarli a scoprire ciò che noi viviamo di bello?! Questa sarebbe la vera Europa, ritrovare le proprie radici e trasmetterle. Il messaggio cristiano», ha ricordato lo studioso gesuita, «si basa su quella novità che è il perdono, non più occhio per occhio, ma perdonare fino a mille volte, senza fine. Questa è la missione che Dio ci affida», ha detto, «che potrebbe creare amicizia e fratellanza tra tutti. E voi italiani, in particolare, avete quest’apertura. Questa è la vostra forza, saper accogliere qualcuno. E penso che questa sia anche la vostra missione».

 


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CRISTIANESIMO , ISLAM , ACCOGLIENZA , DIALOGO INTERRELIGIOSO


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Storia

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